Il peso dell’effimera eternità

Fabio Pennacchia

L’opera si rivolge a tutte le comunità umane, indagando la percezione delle tensioni vitali che interagiscono nell’ambiente. Un invito a dedicarsi ad un atto di osservazione meditativa, a concedersi del tempo. Una messa in scena di forze fisiche e intelligenza vegetale quale connubio ideale cui l’uomo è portato a tendere. Ogni istante sarà un’immagine unica dell’installazione data la sua natura mutevole e rigenerativa. Il peso dell’effimera eternità è una metafora di vita, tra peso della gravità e leggerezza dell’esistenza.

Fabio Pennacchia
Fabio (Latina, 1983), artista e scenografo, si occupa anche di progettazione e allestimenti artistici. Pennacchia ha studiato Storia dell’Arte presso l’Università Roma Tre, è stato assistente dell’artista Maurizio Mochetti, sviluppando una propria poetica sulla misura e la percezione. Le sue opere sono legate alla rivitalizzazione della coscienza dello spazio attraverso opere sottili e intangibili come “Enhanced Vision”, Biennale del fin del Mondo, Argentina, “Orto Lunare”, Metropoliz, Roma, “Piano di Evacuazione”, Galleria 2RC, Roma. È membro e fondatore del Collettivo noMade con cui elabora progetti di ricerca artistico-teatrale in relazioni a processi comunitari. I loro lavori sono stati presentati alla Biennale del Mediterraneo, Tirana e a Manifesta12, Palermo.